Itinerario 1 - Lungo il Grande Fiume
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58
tappe
0
durata
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Chiesa di San Lorenzo
La chiesa con la diavolessa incatenata
Completamente restaurata dopo il terremoto del 1976, la chiesa conserva al suo interno numerose immagini di santi fatti dipingere dai fedeli per voto. Ma vicino alla porta laterale colpisce una insolita diavolessa immonda (è nera, pelosa, con le corna e le ali da pipistrello, le mammelle pendule, ritratta nell’atto di defecare) che con gli artigli sembra voler ghermire le anime, me è tenuta sotto controllo con una catena: è il ricordo della terribile peste nera del 1348.

Mulino scomparso e la roggia
Il ricordo del vecchio mulino

Guado sul Cosa (Gaio-Vacile)
L’ultimo guado rimasto in attività
Tra la fine dell’ottocento e l’inizio del Novecento vennero costruiti vari ponti stradali, per facilitare i collegamenti e non dover dipendere dalle piene del torrente Cosa: Lestans, Istrago, Tauriano, Gradisca. Automaticamente gli gli altri punti di passaggio sono gradualmente caduti in disuso. Quello che collega Gaio e Vacile, opportunamente sistemato, è l’unico rimasto agibile ai mezzi di trasporto, automobili comprese. Quasi un reperto storico…

Ancona del Tiussi (propriamente: Madonna delle Grazie)
Una piccola cappella con importanti padroni
L’edificio risale probabilmente alla metà del Cinquecento e, oltre alla Madonna con il Bambino, propone alle preghiere dei passanti anche le figure di San Rocco (invocato contro la peste) e Santa Caterina di Alessandria (protettrice di arti e mestieri). Marco Tiussi, l’autore, era uno specialista della pittura devozionale, che ha lasciato tracce in molti luoghi di qua e di là del Tagliamento.

Chiesa di San Marco di Gaio
La chiesa a picco sul fiume
La chiesa di San Marco sorge in una splendida posizione, dominante sul greto del Tagliamento, con vista panoramica sui monti a nord e sui paesi dell’alta pianura friulana. Ricostruita nel 1490, ha il portale decorato con le teste d’angelo del Pilacorte, mentre all’interno conserva un piccolo dipinto, considerato una delle primissime opere del giovane Pordenone, che doveva ancora maturare le sue prodigiose capacità.

I prati del S.I.C. del Tagliamento
Prati mai soggetti ad arature

Chiesa di Baseglia
Un capolavoro del manierismo friulano

Chiesa di Santa Sabida
Antica chiesetta medievale

Guado per Carpacco
L’antico guado di Spilimbergo

Belvedere sul Tagliamento
Una finestra sul Friuli
Nella pertinenza del Palazzo degli Spilimbergo di Sopra (attuale municipio) si apre una terrazza panoramica di grande effetto, anche grazie alla sua posizione elevata, sopra una “mucula” (collinetta rivierasca), esposta sul greto del Tagliamento, il “padre” del Friuli.

Città di Spilimbergo
Uno dei centri storici più belli del Friuli

Guado sul Tagliamento e passerella di Bonzicco
Generazioni di uomini hanno lasciato segno del loro passaggio
La frequenza d’uso del guado è testimoniata dall’esistenza fin dal 1290 di una struttura (domus lapidea) destinata all’accoglienza dei viandanti. Nei pressi si trovava anche un piccolo porto, dove i fluitatori di legname che scendevano dalla Carnia scaricavano parte della merce. Nella Grande guerra sul luogo del guado fu costruito un ponte ligneo, percorso da migliaia di soldati che si recavano a combattere al fronte.

Altarino del Narvesa
Edicola dedicata a San Floriano

Castelliere preistorico di Gradisca
Una fortezza sul fiume
Il castelliere faceva parte di una rete di fortificazioni distribuite in tutta l’alta pianura friulana, snodo dei traffici tra le civiltà padane e appenniniche e quelle dell’Europa centrale. Distrutto da un incendio nell’VIII sec. a.C. fu ricostruito e per secoli continuò a dominare il territorio. Ma alla fine, cambiate le vie commerciali, fu abbandonato e finì sepolto dal tempo, fino a quando il sito non venne scoperto per caso a fine Ottocento.

Chiesa di San Leonardo
La Crocifissione del maestro di Tolmezzo
Sulle pareti laterali dell’abside sono narrati gli ultimi giorni terreni di Cristo: le scene vanno lette quasi in senso orario iniziando da destra. In un basamento sono raffigurati anche il Paradiso e l’Inferno. Il pittorico culmina con la gigantesca Crocifissione, che occupa l’intera parete di fondo. Una caratteristica dell’artista è l’attenzione agli aspetti della vita reale. Così nell’Ultima cena si nota un apostolo che si soffia il naso all’uso… dei calciatori di oggi!

Guado sul Cosa (Provesano-Gradisca)
Cordone ombelicale tra due comunità
Il guado che da Provesano conduce a Gradisca (all’altezza del cimitero) ha perso molta importanza dopo la costruzione del vicino ponte stradale. Ma per secoli è stato un cordone ombelicale che ha unito le comunità di Provesano e Gradisca, al netto delle rivalità campanilistiche. Il guado, al confine tra le due comunità, era uno dei luoghi dove la tensione era più alta e poteva degenerare in sassaiole e in risse.

Castello di Cosa
L’eleganza di un palazzo signorile
L’edificio, ricostruito nel Seicento in luogo di una fortificazione medievale ormai scomparsa, subì incendi e devastazioni nella Prima guerra mondiale, ma fu più tardi sottoposto a restauro. Il corpo principale è chiuso da due ali protese alla campagna e rinforzato da tre torri d’angolo. A ridosso delle mura esterne sorge la cappella di Sant’Antonio, piccolo tempietto secentesco di proprietà privata, ma aperto anche all’uso dei popolani.

Cappella di Sant'Antonio

Chiesa di San Tommaso
L’opera dell’artista misterioso
L’attuale chiesa fu edificata tra il 1846 e il 1879 sul luogo della precedente. All’interno opere del XVII, XVIII e XX secolo. Tra tutte emerge una pala d’altare con la Circoncisione di Gesù, di un autore rimasto ignoto per secoli. Un restauro poco prima del terremoto ha permesso di scoprire il nome dell’artista; ma in realtà ha ingarbugliato ancora di più il mistero, perché di lui non esistono finora altri riscontri.

Roggia e la strada vecchia
Strada storica ben conservata

Chiesa di Sant'Urbano a Runcis
La pala ritrovata
L'opera più importante di questa chiesa, inserita nel borgo sangiovannese di Runcis che si sviluppa in centro al tessuto cittadino, era la pala dedicata a Sant'Urbano insieme alla Vergine Immacolata e a Santa Barbara. Sparì negli anni 40 del Novecento ma nel 2018 è stata ritrovata negli archivi del maestro Antonio Spagnol, donati al Comune di Casarsa. Ora, restaurata, è di nuovo al suo posto.

Museo della Civiltà contadina
Il fondatore non riuscì a vedere l’opera conclusa
Conserva circa un migliaio di oggetti, in gran parte materiale riguardante la vita pratica e quotidiana della popolazione locale dall’ultimo Ottocento agli anni Sessanta del Novecento: mobili ed utensili della casa, attrezzi del lavoro contadino. Ma anche una ricca collezione di attrezzi del lavoro artigiano. E nel cortile: una trebbiatrice, un trattore “Landini testa calda”, una imballatrice e perfino un calesse.

Mulino di Pozzo (anche Mulino Secco)
Cento anni di mugnai
Il mulino svenne edificato nel 1855 alla periferia di Pozzo, in prossimità delle strade che portano ai pascoli comunali di medievale memoria e al vecchio guado sul Tagliamento che conduceva a San Odorico, sulla sponda sinistra del fiume. Dopo alcuni anni di fermo, in epoca recente un’associazione locale, il Circolo Culturale e Ricreativo di Pozzo, si è impegnata a ripristinare la funzionalità del complesso.

Ex praterie riordinate
Tracce dei primi argini dell’800

Cava abbandonata
Esempio di cava a cielo aperto

Ramo del Tagliamento scomparso
Antico limite del Tagliamento

Prati stabili e cave storiche
Prati di formazione ottocentesca e cave abbandonate

Postazione di mitragliatrice
Una mitragliatrice per difendere il ponte
La postazione, progettata a scopo preventivo, nell’ipotesi remota di una ritirata, si rivelò indispensabile negli ultimi giorni di ottobre del 1917, quando le truppe d’invasione tedesche, giunte a Dignano e Bonzicco, tentarono di attraversare la passerella di Bonzicco. I soldati italiani tennero la posizione fino al 4 novembre, quando venne dato ordine di ripiegamento sul Piave.

Guado di Rivis
Uno degli ambienti meglio conservati dell’antico Tagliamento

Villa Partenio (attualmente: Tenuta Pinni)
Una villa lombarda in terra veneziana
La villa prende nome dalla famiglia Partenio, discendenti del celebre umanista del XVI secolo Bernardino. Realizzata da maestranze lombarde tra il 1667 e il 1690, secondo un’impostazione architettonica abbastanza diversa dalle classiche ville venete, si componeva del fabbricato centrale (ancora ben riconoscibile), sviluppato su tre piani e destinato ad abitazione, e di due corte barchesse simmetriche con caratteristici portici a doppia altezza.

Chiesa di Santa Maria di Sassonia
Chiesetta neoclassica di inizio XX secolo

Crocifisso di Grava
Una battaglia leggendaria
La scultura sacra, collocata all’incrocio di due strade, domina la piana coltivata che tende al letto del Tagliamento. Essa esprime soprattutto un desiderio di sollievo dalle fatiche del lavoro nei campi e la speranza di aiuto contro i pericoli del fiume. Ma c’è anche un particolare retroscena: la voce popolare racconta che lì nei pressi venne combattuta anticamente una battaglia e che i corpi delle vittime sarebbero stati gettati in una fossa comune.

Guado per Udine
Guado teatro di un’importante battaglia napoleonica

La cava diventa lago
Foro realizzato in alveo

Villa Eugenia e la città ideale
Punto strategico sul Tagliamento

Zone A.R.I.A. del Tagliamento
Resti di antiche praterie

Attrezzature sportive in alveo
Area golenale

Casermetta della guerra fredda
Ultimo presidio conservato

Rosa di là, il paese scomparso
Antico paese di Rosa

Busa di Rosa
Anomala depressione fluviale

Villa di Cragnutto
Antica azienda agricola con cappella

Chiesa di Gleris
Chiesa quattrocentesca

Roggia Versa ovvero il Lemene
Belvedere sul corso d’acqua

Chiesa di San Rocco a Vissignano
Chiesa ricostruita nel Seicento

Molino di Sopra (case Variola)
Paesaggio di bonifica a scolo naturale

Villa Freschi, già Attimis
Una delle più belle ville venete del Friuli Occidentale

Chiesa della Madonna di Campagna
Chiesetta cinquecentesca

Chiesa di Sant'Antonio Abate a Saccudello
Chiesetta seicentesca

Santuario della Madonna delle Grazie
Barocco veneto nel suo massimo splendore
Secondo la tradizione popolare cordovadese negli anni Novanta del Cinquecento un dipinto raffigurante Maria, presente su un capitello all’entrata del borgo, prese vita compiendo prodigi. L’opera è ancora custodita nel santuario costruito e abbellito nel Seicento attorno a essa, richiamando pellegrini da tutto il Friuli, Veneto e fin dall’Austria.

Palazzo Cecchini
Il convento trasformato in palazzo

Palazzo Marzin Mainardi
Il convento preservato nel palazzo

Parco dei Domenicani
Il vecchio orto dei frati

Prati della Madonna
Ampie praterie umide

Chiesa di Santa Caterina
Oratorio del XIV secolo

Asilo e Villa Variola
Un moderno asilo infantile

Borgo del Castello di Cordovado
Castro Cordevadi

Villa Freschi Piccolomini
Il vecchio palazzo episcopale

Arrivo Itinerario 1 - Antico Duomo di San Andrea
L'antica pieve
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